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al testo di Giovanni Abbate
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a Miguel Hernàndez
Di noi poeti di città accademici delle filosofie socratiche intellettuali da salotto che ci cingiamo dell’antico lauro la fronte asciutta.
Di noi biografi dei sentimenti accorti delle gesta di natura seduti alle calde scrivanie di mogano con le dita picchiettando sulla tastiera del PC.
Chi di noi conosce – poggiato l’orecchio – il rumore del latte che giunge alle mammelle delle capre dormienti?
Quel segreto rumore che solo i poeti caprai nascondono al silenzio.
Da: Il venditore di suoni tattili (2007)
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